Differenza tra osteopatia e fisioterapia

L'osteopata ed il fisioterapista sono due terapisti manuali ed hanno entrambi a cuore la salute del paziente ma per motivi diversi vengono consultati ed attraverso metodi differenti raggiungono l'obiettivo.

In linea generale la fisioterapia tratta la sintomatologia attraverso un lavoro focalizzato sulla zona dolorante, mentre l’osteopatia, riconoscendo un ruolo fondamentale al sistema circolatorio, pone l'attenzione più generale e globale sul paziente e prende in considerazione anche gli organi viscerali, le fasce ed il sistema nervoso. A differenza del fisioterapista, il lavoro dell’osteopata consiste nella ricerca delle cause che hanno generato il problema.

La principale differenza tra osteopata e fisioterapista sta quindi nell’approccio verso il paziente e verso il dolore. Il fisioterapista cura le patologie a livello locale agendo con terapie fisiche, come i massaggi, mentre l’osteopata tende a lavorare su tutto il corpo prediligendo un approccio olistico più generico.

Un’altra differenza col fisioterapista è che l’osteopata non utilizza macchinari, ma si avvale esclusivamente delle sue mani, sia per la valutazione che per il trattamento. Una recente eccezione consiste nell’utilizzo, da parte di alcuni osteopati, della pistola massaggiante. Si tratta di un dispositivo da massaggio a percussione che aiuta il terapista ad arrivare in profondità nei tessuti del paziente. Si può usare anche prima o dopo l’allenamento per prevenire i dolori e le contratture muscolari.

Anche la formazione per ogni professione è diversa. In Italia la formazione in Fisioterapia comprende un corso di Laurea triennale rilasciata esclusivamente da strutture universitarie, al quale si accede dopo una accurata selezione essendo questo a numero chiuso. Per quanto riguarda invece l’Osteopatia, non essendo stata questa disciplina ancora del tutto riconosciuta, la formazione è affidata a scuole private. Per diventare osteopata bisogna conseguire il Diploma di Osteopatia (D. O.), o ancor meglio un titolo accademico e professionalizzante, a seguito della recente legge 3/2018, seguendo percorsi specifici in base alla formazione di partenza. Ulteriori novità si avranno in seguito alla pubblicazione dei decreti attuativi.

L’osteopatia: cos’è e cosa tratta

Secondo la definizione comunemente accolta, “l’osteopata è un professionista sanitario, in possesso di laurea triennale universitaria abilitante o titolo equipollente e dell’iscrizione all’albo professionale, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie, nell’ambito dell’apparato muscolo scheletrico”.

La definizione di osteopata in italiano, quindi, riguarda un professionista sanitario che si occupa dei dolori ossei e muscolo-scheletrici. Il trattamento osteopatico è una terapia manuale che si avvale di un unico strumento di intervento: le mani del professionista. Le tecniche e gli approcci utilizzati dall'osteopata sono molteplici, scelti in base ad ogni singolo paziente, alle sue esigenze ed alla sua storia clinica raccolta in anamnesi, passaggio iniziale svolto durante la prima visita che mira a riconoscere le zone maggiormente in disfunzione e che, con il passare del tempo, possono aver creato degli adattamenti errati i quali, a loro volta, generano il dolore del paziente.

La fisioterapia: cos’è e cosa tratta

Il Ministero della Sanità fornisce questa definizione: “Il fisioterapista è l’operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita”.

Il lavoro del fisioterapista è orientato sulla cura della sintomatologia locale, focalizzando principalmente i suoi trattamenti sulle zone interessate dal dolore con l’obiettivo di diminuire il dolore agendo sulla zona stessa. Il fisioterapista svolge trattamenti manuali molto spesso coadiuvati da macchinari quali laserterapia, tecarterapia, ultrasuoni, magnetoterapia ed altri strumenti in base al caso clinico presente. Il fisioterapista, al contrario dell'osteopata, può lavorare sia in studi privati che in strutture pubbliche e negli ospedali.

Il fisioterapista è ricercato molto in ambito sportivo, per gestire traumi ed infortuni, ma anche in ambito geriatrico o neurologico in cui il paziente allettato o con diverse problematiche motorie ha bisogno di ricevere numerose sedute di fisioterapia a domicilio per poter mantenere e migliorare il tono muscolare, la mobilità articolare ed il drenaggio vascolare e linfatico. Nel trattamento fisioterapico, soprattutto nell'ambito riabilitativo, è molto importante che il paziente svolga a casa esercizi e piccole terapie in autonomia per sostenere il lavoro svolto con il professionista.

Fisioterapista e osteopata: le due figure sono complementari?

Il lavoro multidisciplinare ed interdisciplinare risulta essere la chiave vincente nei trattamenti, più rapidi ed efficaci. Nonostante l’approccio dei due sia molto diverso, l'osteopata ed il fisioterapista sono sicuramente due figure professionali che insieme possono garantire al paziente una presa in carico completa e corretta, per cui una loro collaborazione è importante da ricercare. Anzi, parecchie volte è necessaria la partecipazione di entrambi i professionisti all’interno del processo di cura e di riabilitazione. È compito poi del singolo professionista capire quali sono i limiti della propria specializzazione e nel caso suggerire un approccio misto. La cosa più importante è comunque affidarsi sempre e solo a persone qualificate e con esperienza.

Differenza tra osteopatia e fisioterapia

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